Studio di Ingegneria e Architettura Spada

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Il sismabonus ai tempi del superbonus 110%

Tutti ricordiamo il devastante terremoto che nel 2016 ha colpito il Centro Italia, di cui la città di Amatrice è diventato il triste simbolo. Proprio a partire da quell’anno è stato introdotto il sismabonus, la cui sensibilizzazione è però durata troppo poco. Eppure, la nostra penisola è caratterizzata da un elevato rischio sismico, come ci ricordano i numerosi e devastanti terremoti che si sono susseguito negli anni. Tra i più recenti, oltre a quello del 2016, ricordiamo terremoti che si sono susseguiti con cadenza quasi quinquennale: quello che nel 2012 ha vessato la zona dell’Emilia-Romagna, quello che ha duramente colpito l’Aquila nel 2009 e il Molise nel 2003. Ma forse, in termini di prevenzione, sia che si parli di Covid, sia di terremoti, gli italiani hanno purtroppo la memoria corta.

Ma come funziona questo sismabonus?

Il sismabonus, che inizialmente premiava con aliquote progressive di detrazione il miglioramento di 1 o 2 classi sismiche, ora è stato depotenziato completamente.

Non c’è più distinzione tra il miglioramento di 1 o 2 classi. Per di più qualunque intervento locale o puntuale di semplice consolidamento statico viene equiparato, con la stessa aliquota di detrazione, a un adeguamento sismico.

Si tratta quindi di una misura iniqua che premia allo stesso modo chi previene realmente un rischio facendo lavori di adeguamento sismico e chi invece cambia semplicemente qualche trave nel tetto. L’occasione del superbonus dovrebbe ispirare e promuovere comportamenti responsabili per diminuire il rischio sismico e non solo per salvaguardare il portafoglio.